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[vc_row][vc_column][vc_column_text css=".vc_custom_1674213466050{margin-right: 50px !important;margin-left: 50px !important;padding-top: 20px !important;padding-right: 20px !important;padding-bottom: 20px !important;padding-left: 20px !important;background-color: #eaeaea !important;}"]Nuovo ambito di ricerca: pratiche collaborative per la social innovation. Un articolo scritto con Giovanna Ranci e Sarah Orlandi sulle pratiche collaborative applicate alle scienze e pubblicato su collaboriamo.org. In questi giorni a Berlino si tiene la prima conferenza internazionale dell’European Citizen Science Association (ECSA). Scienziati, policy makers, educatori, facilitatori parleranno di come anche la scienza può essere una palestra di collaborazione. Il tema è la Citizen Science, un fenomeno che coinvolge ogni anno migliaia di cittadini che, in maniera volontaria, si danno da fare per raccogliere preziosi dati sull’ambiente, come l’avvistamento di un animale o il momento di fioritura di una pianta, piuttosto che dedicano tempo a classificare immagini astronomiche o mettono a disposizione la potenza dei loro computer per simulazioni scientifiche complesse. Uno dei primi esempi di coinvolgimento organizzato dei cittadini nella raccolta di dati scientifici è il Christmas Bird Count, un censimento di uccelli che avviene ogni anno il giorno di Natale negli Stati Uniti e in Canada. Iniziato nel 1900 con 27 appassionati birdwatcher, vede oggi il coinvolgimento di oltre 70 mila volontari che complessivamente riescono ad avvistare oltre 700 specie diverse. Ma a parte qualche eccezione, la maggior parte dei progetti di Citizen Science sono nati nell’ultimo decennio e l’interesse nei suoi riguardi è cresciuto enormemente di recente, grazie anche alla diffusione di tecnologie, in particolare tablet e smartphone, che ne hanno ampliato enormemente le possibilità. Il vantaggio, dal punto di vista della scienza, è quello di poter disporre di una grande quantità di dati, spazialmente e temporalmente diffusi, altrimenti impossibile da raccogliere. I progetti oggi spaziano dall’astrofisica alla biologia, dalle neuroscienze alla medicina, con una naturale propensione per progetti legati alle tematiche ambientali, quali la biodiversità e i cambiamenti climatici. Sono diversi i portali che ne cercano di farne un inventario anche se nessuno appare davvero completo a livello mondiale. Scistarter, un punto di riferimento per la Citizen Science americana, conta oltre 1100 progetti ma di questi sono pochissimi quelli europei. [...][/vc_column_text][vc_empty_space height="20px"][vc_column_text css=".vc_custom_1674213484025{padding-top: 10px !important;padding-right: 10px !important;padding-bottom: 10px !important;padding-left: 10px !important;background-color: #dedede !important;}"]

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Pratiche collaborative per la social innovation